“La struttura del Sé nei disturbi alimentari”

“La struttura del Sé nei disturbi alimentari”

di Sabba Orefice tratto da State of Mind


 

Nel suddetto contributo illustro come le testimonianze delle madri spesso forniscono elementi preziosi per la ricostruzione del sorgere e dell’instaurarsi dei DCA a partire dalle loro difficoltà affettive iniziali, con l’emergere di un sentimento di verità che permette e facilita l’individuazione degli sviluppi di quelle difficoltà nelle osservazioni cliniche delle pazienti.

Rispetto ad altri modelli psicopatologici – tra cui quelli di orientamento fenomenologico, che hanno il pregio di descrivere molto accuratamente “disfunzioni” dell’apparato psichico come la disregolazione, i disturbi di mentalizzazione, i deficit metacognitivi o l’alessitimia – il metodo di lavoro clinico da me seguito insieme ai colleghi A.R.P. procede in una direzione opposta e per certi versi complementare.

Come ha acutamente affermato M. Lang, ci troviamo dinanzi a un fenomeno di “figura–sfondo”. Ci si può infatti porre il quesito opposto: come e da cosa è regolato il funzionamento, peraltro serrato e rigoroso, di queste pazienti, ivi comprese le profonde modificazioni della mentalizzazione riguardo al funzionamento del loro ?

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