Perché per chi soffre di disturbi alimentari l’isolamento è un mostro (e un pericolo) – da HuffPost 31.03.2020

Perché per chi soffre di disturbi alimentari l’isolamento è un mostro (e un pericolo) – da HuffPost 31.03.2020

 

Il male, oggi, si chiama coronavirus. E coinvolge tutti, indistintamente. Il dolore, invece, si somma al male ma appartiene al singolo, ha tanti nomi e tante voci. Come quella – circolata anonima online – delle precedenti righe. Come quella di chi soffre di disturbi del comportamento alimentare. L’isolamento rende più forte il disagio psicologico, prigione della mente nella prigione della casa. E, mai come oggi, chi convive con un DCA si trova a fare i conti con una quotidianità che sembra sfuggire ad ogni meccanismo di controllo.

Lo spazio, il tempo, il rapporto col cibo e col corpo assumono forme diverse, vanno ridefiniti. Tutto questo implica “un alto rischio di ricaduta” o il “peggioramento della gravità del disturbo, sia per la paura di infezione e l’effetto della quarantena, sia per la carenza di adeguati trattamenti psicologici e psichiatrici che inevitabilmente sono associati ad una malattia pandemica”. Ad affermarlo – in un articolo intitolato Coronavirus Disease 2019 and Eating Disorders – What do people with eating disorders have to address during the pandemic? – è il dottor Riccardo Dalle Grave, responsabile dell’Unità di Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda di Garda, in provincia di Verona.

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